Scrivimi!radiosilenzio.com è la scelta di sospendere - anche solo per un momento - il frastuono del mondo contemporaneo. In un tempo in cui l’ammasso mediatico traveste l’apparenza da verità e il chiacchiericcio di politici e urlatori professionisti soffoca l’ascolto, il silenzio diventa atto necessario.
Un silenzio interiore che apre alla poesia, alla visione, alla possibilità di percepire ciò che conta davvero. Una piccola frequenza sotterranea, lontana dal rumore: radiosilenziosa. |
CHE COS’È LA POESIA?
"È nei margini che si trovano le poesie." Osip Mandel’štam
Mi chiamo Roberto Ferrari, sono nato nel 1959 a Gorizia, città di confine, dove la vita e le emozioni sono intrise di una duplice appartenenza. Scrivo poesia da cinquant’anni, un’attività che non è semplice espressione, ma necessità vitale.
La poesia come apertura al mistero
La poesia è innanzitutto un varco verso il mistero. Non offre risposte definitive, ma interroga incessantemente. Dischiude significati senza mai rivelarli del tutto, lasciando a chi legge il compito di completarne il senso, di cogliere nella parola scritta un riflesso della propria interiorità.
La poesia in un mondo minaccioso
Viviamo un’epoca segnata dall’oscurità, da una notte sempre più fitta e inquietante. In questo scenario, la poesia può essere un lume, un punto di orientamento nel caos. Non si tratta solo di attesa, ma di un’azione consapevole: contribuire a dissipare le ombre, a creare spazi di luce e riflessione.
La poesia riconosce la civiltà rovesciata
Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione hanno eroso la possibilità di una solitudine autentica, di una riflessione profonda. Hanno plasmato una civiltà capovolta, in cui il superfluo è celebrato e l’essenziale ridicolizzato. In questo contesto, la poesia resiste come atto di ribellione, come spazio di verità contro il rumore assordante dell’effimero.
La poesia come utopia
La poesia è affine all’utopia, il “non-luogo” per eccellenza. Eppure, le parole possiedono un potere trasformativo: incidono sulla psiche, orientano il pensiero, talvolta tracciano sentieri verso una possibile eutopia, un “luogo buono”, un orizzonte di senso in cui ritrovarsi.
La poesia e l’inquietudine
Non mi rifugio in un entusiasmo ingenuo per la poesia come redenzione. L’esistenza è segnata da inquietudine, precarietà, dal peso del pensiero e dalla consapevolezza della propria finitudine. Di fronte a questa condizione, l’uomo tenta di anestetizzarsi con ambizioni smisurate, piaceri fugaci o lasciandosi sopraffare dalla noia.
I rimedi illusori
Il sogno, il viaggio, il ritorno all’infanzia, l’adesione a un ideale, la disciplina stoica: sono tutti tentativi di lenire il disagio dell’esistenza, ma nessuno di essi può dissolverlo. Il male risiede nella natura stessa dell’uomo, e il tempo ne è il sigillo inesorabile.
La poesia testimonianza lucida
Eppure, la poesia esiste. È testimonianza della nostra presenza nel mondo e, allo stesso tempo, narrazione del mondo che portiamo dentro. Come affermava Eugenio Montale: «Sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo. Questo è uno dei suoi titoli di nobiltà».
La poesia è un’arte raffinata e necessaria, un linguaggio che interroga e illumina. Non può essere ignorata né sottovalutata, poiché ci aiuta a comprendere noi stessi e la realtà che ci circonda. Nel frastuono del tempo, essa rimane un atto di resistenza e di verità.
"È nei margini che si trovano le poesie." Osip Mandel’štam
Mi chiamo Roberto Ferrari, sono nato nel 1959 a Gorizia, città di confine, dove la vita e le emozioni sono intrise di una duplice appartenenza. Scrivo poesia da cinquant’anni, un’attività che non è semplice espressione, ma necessità vitale.
La poesia come apertura al mistero
La poesia è innanzitutto un varco verso il mistero. Non offre risposte definitive, ma interroga incessantemente. Dischiude significati senza mai rivelarli del tutto, lasciando a chi legge il compito di completarne il senso, di cogliere nella parola scritta un riflesso della propria interiorità.
La poesia in un mondo minaccioso
Viviamo un’epoca segnata dall’oscurità, da una notte sempre più fitta e inquietante. In questo scenario, la poesia può essere un lume, un punto di orientamento nel caos. Non si tratta solo di attesa, ma di un’azione consapevole: contribuire a dissipare le ombre, a creare spazi di luce e riflessione.
La poesia riconosce la civiltà rovesciata
Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la televisione hanno eroso la possibilità di una solitudine autentica, di una riflessione profonda. Hanno plasmato una civiltà capovolta, in cui il superfluo è celebrato e l’essenziale ridicolizzato. In questo contesto, la poesia resiste come atto di ribellione, come spazio di verità contro il rumore assordante dell’effimero.
La poesia come utopia
La poesia è affine all’utopia, il “non-luogo” per eccellenza. Eppure, le parole possiedono un potere trasformativo: incidono sulla psiche, orientano il pensiero, talvolta tracciano sentieri verso una possibile eutopia, un “luogo buono”, un orizzonte di senso in cui ritrovarsi.
La poesia e l’inquietudine
Non mi rifugio in un entusiasmo ingenuo per la poesia come redenzione. L’esistenza è segnata da inquietudine, precarietà, dal peso del pensiero e dalla consapevolezza della propria finitudine. Di fronte a questa condizione, l’uomo tenta di anestetizzarsi con ambizioni smisurate, piaceri fugaci o lasciandosi sopraffare dalla noia.
I rimedi illusori
Il sogno, il viaggio, il ritorno all’infanzia, l’adesione a un ideale, la disciplina stoica: sono tutti tentativi di lenire il disagio dell’esistenza, ma nessuno di essi può dissolverlo. Il male risiede nella natura stessa dell’uomo, e il tempo ne è il sigillo inesorabile.
La poesia testimonianza lucida
Eppure, la poesia esiste. È testimonianza della nostra presenza nel mondo e, allo stesso tempo, narrazione del mondo che portiamo dentro. Come affermava Eugenio Montale: «Sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo. Questo è uno dei suoi titoli di nobiltà».
La poesia è un’arte raffinata e necessaria, un linguaggio che interroga e illumina. Non può essere ignorata né sottovalutata, poiché ci aiuta a comprendere noi stessi e la realtà che ci circonda. Nel frastuono del tempo, essa rimane un atto di resistenza e di verità.
Nella vita, come nell’arte, è difficile dire qualche cosa che sia altrettanto efficace del silenzio.
(Ludwig Wittgenstein)
(Ludwig Wittgenstein)