In occasione del 25 aprile, Lorenza Roiti, panettiera di Ascoli Piceno, ha esposto come ogni anno uno striscione dal contenuto semplice e civile: «25 Aprile, buono come il pane bello come l’antifascismo». Nonostante il messaggio perfettamente in linea con i valori costituzionali, Roiti è stata visitata due volte da Polizia di Stato e Polizia Municipale per «accertamenti» e invitata a identificarsi.
Il gesto ha sollevato forti critiche. La senatrice Ilaria Cucchi ha annunciato un'interrogazione parlamentare per chiarire l'accaduto, sottolineando l'anomalia di un intervento così invasivo su una manifestazione pacifica e privata. Anche la Cgil ha espresso preoccupazione: in Italia si respira un clima in cui l’antifascismo, fondamento della Repubblica, sembra diventato un problema da controllare. Il questore di Ascoli Piceno ha minimizzato parlando di «normale osservazione», ma il messaggio che passa è inquietante: in uno Stato democratico, esprimere valori costituzionali non dovrebbe mai richiedere "controlli" di polizia. Se episodi come questi si moltiplicano, il rischio concreto è scivolare verso una logica di sorveglianza e intimidazione: una deriva da Stato di Polizia, incompatibile con i principi della Liberazione
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Con la sobrietà FESTOSA che si addice alla memoria di una Liberazione dal nazifascismo. Ripeto: Liberazione dal nazifascismo.
Il termine nazifascismo unisce nazismo (Germania di Hitler) e fascismo (Italia di Mussolini), due regimi totalitari che dominarono l’Europa tra gli anni ’20 e ’40 del Novecento. Basati su violenza di Stato, repressione del dissenso, razzismo, culto del capo, provocarono la catastrofe della Seconda Guerra Mondiale. Conseguenze principali: Oltre 60 milioni di morti nel mondo (tra guerra, deportazioni e massacri). Circa 6 milioni di ebrei sterminati dalla macchina genocida nazista. Milioni di prigionieri politici, dissidenti, partigiani, minoranze etniche e sociali perseguitati, deportati, uccisi nei campi di concentramento e lavoro. In Italia: Centinaia di migliaia di antifascisti incarcerati, torturati o uccisi dal regime fascista e dai repubblichini dopo l’8 settembre 1943. Circa 45.000 partigiani e civili uccisi nella lotta di Resistenza. https://ilmanifesto.it/paramedici-giustiziati-a-rafah-israele-si-assolve
La casa Sirene accese, mezza luna rossa, ambulanze in fila, preghiere di tregua, una corsa sfrenata tra le macerie per strappare al nulla un respiro. Quindici, con tute arancioni riflettenti con flebo, barelle e pietà, scendevano dai mezzi non per aggredire, ma per soccorrere. Spari, un lampo, poi il buio marchiato a fuoco, dai proiettili traccianti, come un bovino al macello. Un telefono ha visto, ha registrato ogni battito, ogni ordine in ebraico, ogni colpo a distanza ravvicinata. «Avanzavano in modo sospetto», ha detto chi ha premuto il grilletto. Ma il video sconfessa, è il testimone elettronico, neutrale che grida verità e gemiti agonizzanti. Adesso sono tutti quindici assieme dentro la loro casa: una fossa comune, come se non fossero stati medici ma devastatori ruvidi, ciechi. Invece erano cura, erano carezza. Il video scheggia la menzogna. In quel confine sottilissimo tra restare vivi o entrare in una fossa comune, resta la poesia: che non può consolare, può soltanto gridare con la lingua dei morti. Gaza Aprile 2025 Joseph
Dove sono finiti il grasso e il feltro, Joseph? Non dirmi che ci serve un’altra guerra, un altro aereo abbattuto, per riscoprire una direzione etica, verso gli altri, verso la Terra che non ci accoglie: siamo noi la Terra, noi e gli animali, noi e tutto ciò che vive. Parlami ancora del tuo silenzio, della tua visione come illusione necessaria. Mostrami dove stanno gli atti salvifici, io credo che esistano, rintanati in un angolo remoto della mente. Indicami le tue ferite di guerra: sono anche le nostre. Dove sono le coperte di feltro? Dov’è il grasso che cura? È vivo il coyote? Hai rimarginato almeno una ferita della società? È rimasta, da qualche parte, quella cordialità ostinata, quel coraggio di negare e di pronunciare parole nuove, immaginare visioni diverse? Tu sei diventato una quercia, e noi, pietre. Ma non possiamo smettere di parlarci. Joseph! Non puoi smettere di risorgere, di continuare a vivere. Aprile 2025 Per Joseph Beuys (12 maggio 1921 – 23 gennaio 1986) radiosilenzio?
Una foto al giorno, in bianco e nero Dal 21 aprile 2025, data che, purtroppo, sarà ricordata anche per la scomparsa di Papa Francesco, figura di rottura e profonda innovazione spirituale e umana, inizierò a pubblicare una fotografia al giorno sul mio sito. Scatti quotidiani, rigorosamente in bianco e nero, eseguiti con lo smartphone e presentati in formato quadrato.
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