Né il passero e neppure il tordo cantano più nei magazzini vuoti, si sente solo il frusciare delle loro piume, stanno zitti e pensano a tutta la bella merce che giaceva in attesa. Adesso nemmeno una briciola di pane soltanto un rimbalzo di silenzio sulle pareti, che torna alle orecchie attentissime del tordo e del passero. Qualche rumore c’è ancora ma è soltanto l’eco della memoria dei profumi delle mercanzie e del vociare fitto dei lavoratori. Tutto è migrato per una destinazione ignota, il passero pensa che forse la merce non è mai esistita e tantomeno i lavoratori, si tratta della sua immaginazione volante ispirata dalla fame, ma il tordo invece sa che c’era tanta roba, roba bella roba buona e lavoratori gentili. Fra pochi istanti i due uccelli spiccheranno il volo i magazzini resteranno lì inerti, spogli, immersi nel silenzio nemmeno un fruscio di ali.