Poesia. |
Magazzini vuoti
Né il passero e neppure il tordo
cantano più nei magazzini vuoti,
si sente solo il frusciare
delle loro piume,
stanno zitti e pensano
a tutta la bella merce
che giaceva in attesa.
Adesso nemmeno una briciola di pane
soltanto un rimbalzo di silenzio
sulle pareti,
che torna alle orecchie attentissime
del tordo e del passero.
Qualche rumore c’è ancora
ma è soltanto l’eco della memoria
dei profumi delle mercanzie
e del vociare fitto dei lavoratori.
Tutto è migrato
per una destinazione ignota,
il passero pensa che forse
la merce non è mai esistita
e tantomeno i lavoratori,
si tratta della sua immaginazione volante
ispirata dalla fame,
ma il tordo invece sa
che c’era tanta roba, roba bella
roba buona e lavoratori gentili.
Fra pochi istanti i due uccelli
spiccheranno il volo
i magazzini resteranno lì
inerti, spogli, immersi nel silenzio
nemmeno un fruscio di ali.
27 gennaio 2025
Né il passero e neppure il tordo
cantano più nei magazzini vuoti,
si sente solo il frusciare
delle loro piume,
stanno zitti e pensano
a tutta la bella merce
che giaceva in attesa.
Adesso nemmeno una briciola di pane
soltanto un rimbalzo di silenzio
sulle pareti,
che torna alle orecchie attentissime
del tordo e del passero.
Qualche rumore c’è ancora
ma è soltanto l’eco della memoria
dei profumi delle mercanzie
e del vociare fitto dei lavoratori.
Tutto è migrato
per una destinazione ignota,
il passero pensa che forse
la merce non è mai esistita
e tantomeno i lavoratori,
si tratta della sua immaginazione volante
ispirata dalla fame,
ma il tordo invece sa
che c’era tanta roba, roba bella
roba buona e lavoratori gentili.
Fra pochi istanti i due uccelli
spiccheranno il volo
i magazzini resteranno lì
inerti, spogli, immersi nel silenzio
nemmeno un fruscio di ali.
27 gennaio 2025